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FontanaArte on Stage

FontanaArte reinventa lo spazio di corso Monforte tra palcoscenico e retroscena. On Stage.
Una nuova idea di negozio, una vera e propria destination: un luogo nel quale i linguaggi differenti della collezione esclusiva e senza tempo per antonomasia si presentano autorialmente come in una commedia dell’arte. Le icone osservano i nuovi attori dal backstage, quasi suggerendo e svelando l’aura della cultura della luce che si trasmette in codici contemporanei.

L’architetto Francesco Librizzi, siciliano di nascita e milanese di adozione, nuovo Direttore artistico di FontanaArte, ha sviluppato l’idea di un ‘mondo di carta’ applicandolo al flagship store di Corso Monforte 13 che diventa il palcoscenico modulare e da programmare ad ogni atto e cambio di scena. Sipario.

‘Stage’ nasce dall’idea di scalarità del percorso di un luogo in perenne progressione, sul quale le lampade di FontanaArte proporranno al loro pubblico performance sempre diverse, un’identità-ponte verso quello che saprà diventare un negozio completamente rinnovato.

FontanaArte riprende e interpreta l’idea di casa in Italia e dell’abitare il mondo, con un approccio architettonico e progettuale degno della prima cultura moderna italiana degli anni ’30, culla dell’ heritage ineguagliabile di un brand riconosciuto su scala internazionale per sapienza ed eleganza.

La ‘scena fissa’ rappresentata dalla casa è l’interpretazione stessa dell’illuminazione domestica: intima, efficace, eterea, empatica. La divisione tra due ambienti uniti da un fervido gioco di specchio rilascia la dimensione definitivamente privata. Sia essa camera di una dimora o di un albergo, la casa-rifugio ci separa dall’inquinamento luminoso del selvatico esterno offrendo un corretto equilibrio di vissuto e contemporaneità.

Nobili le citazioni per pavimenti e soffitti: il Maestro Gio Ponti che decretò il passaggio dai marmi policromi di Pompei alle innovative tecniche degli anni Cinquanta con il marmoleum, fino alle losanghe colorate dei cieli forati di chiara ispirazione teatrale. Manifesto.

Nel primo atto entrano in scena le nuove capsule: Equatore, dei fratelli del design milanese Oscar e Gabriele Buratti, assieme a Setareh, dell’architetto gentiluomo Francesco Librizzi.

Entrambe a soffitto, dolci fenditure che si mostrano quasi specchiandosi ad un pavimento dalle intense cromie: le Equatore sono esposte scalarmente come una vasta gradinata. Planetario. Le Setareh – stella nell’antico Farsi – sono attrici di un gioco scenografico celeste.